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Home Specialità Ginecologia

I disturbi del ciclo

Giovanna Testa, ginecologadiGiovanna Testa, ginecologa
5 Novembre 2020
in Ginecologia, Specialità
5 min di lettura
I disturbi del ciclo
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Il ritmo periodico delle mestruazioni scandisce la vita riproduttiva di ogni donna. Rispecchia l’insieme dei fenomeni e dei cambiamenti che avvengono all’interno dell’organismo femminile, che rendono possibile concepimento e gravidanza.

Le varie fasi del ciclo sono strettamente regolate dal rilascio di ormoni da parte di ipotalamo, ipofisi e ovaie. I parametri che lo caratterizzano sono: lunghezza, durata e quantità. Per lunghezza si intende: il numero di giorni che separano due mestruazioni consecutive. Un ciclo mestruale normale è in media di 28 giorni (considerando il primo giorno della mestruazione come primo giorno di ciclo) e può variare da 21 a 35 giorni. La durata è di solito 4 giorni, a volte un po’ più breve e altre un po’ più lungo (± 2 giorni). La quantità di sangue mestruale eliminata attraverso il canale vaginale può variare tra 30 e 80 ml; in genere viene quantificato dal numero di assorbenti che è necessario cambiare al giorno. L’80% del flusso è concentrato nei primi due giorni.

Le 4 fasi del ciclo

Fase follicolare o estrogenica: determina in modo particolare la variabilità della lunghezza del ciclo. Inizia il primo giorno della mestruazione e termina con l’ovulazione. È il periodo in cui il follicolo ovarico produce estrogeni e arriva a maturazione, per poi espellere l’ovocita contenuto al suo interno.

Fase ovulatoria: è il momento in cui il follicolo si rompe e rilascia l’ovocita maturo in prossimità delle tube di Falloppio, che collegano le ovaie all’utero. Si verifica di solito circa 14 giorni prima del ciclo successivo.

Fase luteale o progestinica: inizia dopo l’ovulazione fino alla mestruazione successiva. Dura circa 14-15 giorni, ed è caratterizzata dall’attività del corpo luteo, formazione transitoria che nasce dopo lo scoppio del follicolo, produce il progesterone e, in assenza di gravidanza, scompare ogni mese prima del flusso.

Fase mestruale: è il momento di passaggio tra la fase luteale e la fase follicolare del ciclo seguente. Dura in media 4 giorni durante i quali si verifica il flusso di sangue, che deriva dal distacco e dalla eliminazione del tessuto interno dell’utero (endometrio).

I disturbi del ciclo

Pur avendo una grande variabilità da donna a donna e, a volte, di mese in mese, esistono situazioni in cui il ciclo è alterato in modo patologico. I disturbi del ciclo si possono classificare in diverso modo. La mestruazione è anomala per tempo di comparsa quando non mantiene la consueta ciclicità. In particolare, alterazioni di ritmo e lunghezza si definiscono: polimenorrea, ovvero quando l’intervallo tra i flussi è inferiore a 21 giorni; oligomenorrea, quando supera i 36 giorni; amenorrea, in assenza del flusso. Quest’ultima può essere primaria o secondaria.

Si parla di amenorrea primaria quando non si verifica il menarca o primo flusso mestruale a un’età superiore ai 16 anni o dopo 2 anni dall’inizio della pubertà, intesa come momento in cui si manifesta lo scatto di crescita e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (comparsa del seno, dei peli pubici e ascellari). Le cause più frequenti di amenorrea primaria possono essere malformazioni congenite dell’apparato riproduttivo, come assenza (agenesia) di utero e tube, oppure imene imperforato o chiuso, oppure anomalie cromosomiche (per esempio, la sindrome di Turner, in cui le ovaie sono poco sviluppate, per cui si parla di disgenesia gonadica).

L’amenorrea secondaria, invece, è la mancanza di mestruazioni per 3 o più mesi dopo il menarca.  La normale ritmicità del ciclo di ogni donna può essere influenzata da diversi fattori come stress fisico, psichico e stato nutrizionale dell’intero organismo. L’amenorrea può essere causata da: variazioni di peso marcate e veloci, diete squilibrate, eccessivo esercizio fisico, traumi emotivi (lutti, separazioni etc.), lunghi viaggi o trasferimenti, squilibri ormonali (sindrome dell’ovaio policistico, iper e ipotiroidismo, iper-prolattinemia, insufficienza ovarica primitiva), assunzione di alcuni farmaci (antipsicotici, antidepressivi o antipertensivi) e trattamenti di radio o chemioterapia anti-tumorale. Anche la presenza di aderenze (sinecchie) all’interno della cavità uterina, come conseguenza di infezioni, traumi o di raschiamenti ripetuti, può essere causa di amenorrea secondaria.

Tra le alterazioni quantitative si distinguono: ipomenorrea, flusso di sangue scarso, inferiore a 20 ml; ipermenorrea, flusso intenso con espulsione di oltre 80 ml; menorragia, flusso più abbondante e/o più lungo rispetto alla norma; metrorragia, sanguinamento genitale anomalo improvviso in periodo del ciclo lontano dalla fase mestruale e la meno-metrorragia, abbondante perdita ematica genitale che inizia con la mestruazione e perdura a lungo. Tra le cause di sanguinamento anomalo sono da escludere squilibri ormonali, polipi e fibromi uterini, iperplasia o tumore endometriale, cisti ovariche, atrofia endometriale e assunzione di farmaci o di contraccettivi ormonali.

Quando rivolgersi allo specialista

In presenza di variazioni del ciclo anomale (come pure anche solo se si ha qualsiasi dubbio), è bene consultare in modo tempestivo un ginecologo, che potrà fare gli opportuni accertamenti e valutare se la situazione è patologica e da trattare, oppure se rientra tra le normali variabilità soggettive di una persona. In prima battuta, lo specialista consiglierà di eseguire un test di gravidanza per confermare o escludere la presenza di una gravidanza in corso, sia fisiologica sia patologica (gravidanza extra-uterina, minaccia di aborto o aborto in atto). Quindi imposterà un percorso diagnostico che include la valutazione della storia ginecologica personale e familiare della paziente (anamnesi), dell’età in cui è avvenuta la prima mestruazione, delle caratteristiche dei cicli mestruali successivi, nonché di epoca e modalità di comparsa delle irregolarità o dell’amenorrea.

Per la diagnosi sono utili: visita ginecologica, ecografia pelvica esterna (trans-addominale) o interna (trans-vaginale), Pap test e indagine del quadro ormonale ed ematochimico attraverso una serie di esami del sangue. In alcuni casi, possono essere richiesti anche esami strumentali come: isteroscopia, laparoscopia e raschiamento endometriale. Lo specialista, dopo aver fatto una corretta diagnosi, studierà la strategia di trattamento migliore in base alla causa riscontrata e al desiderio riproduttivo della donna (presente o futuro).

Variazioni fisiologiche del ciclo mestruale

Il ciclo può variare in funzione dell’età. I primi anni dopo il menarca i cicli mestruali irregolari sono comuni, a causa dell’immaturità dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, mentre cicli più brevi sono frequenti in fase peri-menopausale. Esistono momenti nella vita di una donna in cui è normale non avere il ciclo. L’amenorrea è fisiologica prima del menarca, durante la gravidanza, in allattamento, in menopausa, e quando è necessario assumere ormoni in modo continuativo a scopo terapeutico.

Alcune possibili cause di alterazione del ciclo mestruale

  • Squilibri ormonali
  • Disordini tiroidei
  • Cisti ovariche
  • Sindrome dell’ovaio policistico
  • Tumore alle ovaie o alla cervice uterina
  • Fibromi o polipi endometriali
  • Gravidanze extrauterine
  • Aborti
  • Disturbi alimentari
  • Stress
  • Esercizio fisico eccessivo
  • Malformazioni anatomiche congenite
  • Anomalie cromosomiche e genetiche

Quando l’amenorrea è fisiologica

  • Prima del menarca
  • Gravidanza
  • Allattamento
  • Menopausa

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