Demenza e Alzheimer: le indicazioni dell’OMS per la prevenzione

Older woman with bright blanket sitting in wheelchair and talking to her male friend

Secondo i dati OMS i casi di demenza nel mondo oggi potrebbero quasi riempire l’intera penisola italiana: 50 milioni di persone fra le quali la forma più frequente è il morbo di Alzheimer

Secondo le recenti Linee Guida dell’OMS, per la prevenzione della demenza, se vogliamo tutelare le nostre facoltà intellettive è meglio un costante esercizio fisico piuttosto che il ricorso a trattamenti farmacologici a base di pillole e vitamine finora rivelatisi inefficaci. Ogni giorno a questa già enorme massa di malati si aggiungono 10 milioni di nuovi casi che, di questo passo,  fra un decennio diventeranno 82 milioni e nel 2050 triplicheranno arrivando a 152 milioni, con un costo annuale di malattia che, se oltre alle spese per farmaci e assistenza sanitaria, tiene conto anche di quelle di caregiving, raggiungerà l’incredibile cifra di 2 trilioni (cioè due miliardi di miliardi) di dollari USA.

Nonostante non sia ancora stato identificato un unico fattore di rischio cui attribuire specificatamente l’insorgenza di questa malattia, ormai endemica, non bisogna cadere nell’errore di considerarla una conseguenza naturale e inevitabile dell’invecchiamento. Molti stili di vita salutistici ne riducono il rischio ed è ormai dimostrato da vari studi come un terzo dei casi sia prevenibile, tant’è che nel maggio 2017 l’OMS ha varato in occasione della Seventieth World Health Assembly il Global Action Plan on the Public Health Response to Dementia 2017–2025 che ha chiesto agli Stati Membri di prendere rapidamente provvedimenti sociosanitari per fronteggiare questa epidemia con misure come la lotta al fumo, la riduzione del rischio cardiovascolare o campagne di informazioni su una sana alimentazione.

Le nuove Linee Guida OMS

Verificato che la via delle istituzioni governative non è stata sufficiente, nascono ora le nuove linee guida OMS per la prevenzione della demenza che coinvolgono direttamente anche gli attori della salute. Sviluppate da un gruppo di esperti internazionali mettono a fuoco 12 ambiti fondamentali d’intervento.

ATTIVITÀ FISICA

BUONE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare a ogni adulto con normale cognitività per ridurre il rischio di demenza

MINORI GARANZIE DI SUCCESSO – Per gli adulti con MCI (mild cognitive impairment) cioè compromissione cognitiva lieve

CESSAZIONE FUMO

BASSE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare a ogni adulto per ridurre il declino cognitivo e la demenza associandola ad altre misure di prevenzione

DIETA ADEGUATA

BUONE GARANZIE DI SUCCESSO – Raccomandare a ogni adulto con normale cognitività per ridurre il rischio di demenza la dieta mediterranea

MINORI GARANZIE DI SUCCESSO – Raccomandare a ogni adulto con normale cognitività per ridurre il rischio di demenza una dieta sana e bilanciata (efficacia da minima a elevata a seconda delle componenti alimentari)

NON raccomandare per ridurre il rischio di declino cognitivo e  demenza la supplementazione con Vit. E e B, acidi grassi polinsaturi o complessi polivitaminici

RIDUZIONE ALCOOL

MEDIE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare a ogni adulto con normale cognitività e adulti con MCI (mild cognitive impairment) per ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza associandola ad altre misure di prevenzione

TRAINING COGNITIVO

RIDOTTE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare a ogni adulto con normale cognitività o MCI (mild cognitive impairment) per ridurre il declino cognitivo e la demenza associandola ad altre misure di prevenzione

ATTIVITÀ SOCIALE

I DATI PER INDICARE GARANZIE DI SUCCESSO SONO INSUFFICIENTI ma la socialità e il supporto sociale appaiono fortemente connessi a salute e benessere e i programmi di inclusione sociale sarebbero da sostenere per tutto l’arco della vita dei pazienti

CONTROLLO PONDERALE

MEDIE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare a ogni adulto in sovrappeso e/o obeso nella media età per ridurre il declino cognitivo e la demenza

CONTROLLO PRESSIONE ARTERIOSA

RIDOTTE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare a ogni adulto con ipertensione per ridurre il declino cognitivo e la demenza

CONTROLLO DIABETE

RIDOTTE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare con terapie specifiche o cambiamenti dello stile di vita e/o alimentari  a ogni adulto con diabete per ridurre il declino cognitivo e la demenza

CONTROLLO DISLIPIDEMIA

RIDOTTE GARANZIE DI SUCCESSO – Da raccomandare a ogni adulto dislipidemico nella media età per ridurre il declino cognitivo e la demenza

CONTROLLO DEPRESSIONE

I DATI PER INDICARE GARANZIE DI SUCCESSO SONO INSUFFICIENTI per raccomandare il ricorso a farmaci antidepressivi o a psicoterapia per  ridurre il declino cognitivo e la demenza

CONTROLLO IPOACUSIA

I DATI PER INDICARE GARANZIE DI SUCCESSO SONO INSUFFICIENTI per raccomandare il ricorso a protesi acustiche o altri sistemi di miglioramento dell’ipoacusia per  ridurre il declino cognitivo e la demenza

A una rapida disamina delle nuove linee guida appare evidente come il primo punto che gli esperti OMS hanno definito come capace di dare buone garanzie di successo a tutti i pazienti sia l’attività fisica quotidiana.

Andando poi a verificare l’intero documento delle nuove linee guida nei particolari, si osserva come questa sia una delle poche a essere indicata come FORTEMENTE RACCOMANDATA, al pari, ma in senso opposto, a quella di non assumere supplementazioni di sorta per combattere la demenza, dai complessi polivitaminici ai grassi polinsaturi che risultano FORTEMENTE NON RACCOMANDATI.

Nel corso di un’intervista rilasciata proprio in occasione del lancio delle nuove linee guida, la Dr.ssa Neerja Chowdhary dell’OMS ha dichiarato con estrema franchezza che attualmente non esiste alcuna evidenza che possa dimostrare come l’assunzione di tali supplementi possa ridurre il rischio di declino cognitivo o di demenza e addirittura assumerli a dosaggi elevati può essere dannoso per il paziente.

Medicina delle evidenze

Riguardo all’attività fisica, la medicina delle evidenze ha ormai dimostrato che uno stile di vita attivo influenza l’invecchiamento e migliora la salute fisica e cognitiva. La prima ritarda l’invecchiamento cerebrale, mediante un aumento della perfusione cerebrale e della neurogenesi, esercitando al contempo un’azione protettiva nei confronti dello stress e sui fattori di rischio cardiovascolare. È verosimile che la sinergia tra attività fisica e mentale attenui il declino cognitivo, ponendosi come ottima strategia di prevenzione e cura per la demenza. Peraltro, vari studi hanno dimostrato che un programma di attività motoria controllato rivolto ad anziani autosufficienti e finalizzato a uno stile di vita attivo e all’integrazione sociale ottiene effetti positivi anche su sonno, stress, attenzione, memoria episodica, prassie, percezione della propria forza muscolare, autostima. L’apprezzamento anche della componente ludica dell’esercizio fisico porta ad aumento del benessere psicologico, come momento di relax e distrazione, con conseguente miglioramento dell’umore.

Nei soggetti con declino cognitivo, trattamenti di questo tipo stimolano migliori relazioni sociali e aumentate capacità attentive. I trattamenti che comprendono anche incontri educativi dimostrano di suscitare grosso interesse fra i pazienti anziani nell’acquisire consapevolezza del proprio stato di salute e nell’apprendere strategie per migliorare se stessi, rafforzando la loro autostima e la costanza nel correggere errati stili di vita.

In conclusione, possiamo dire che svolgere un’attività fisica regolare ha effetti benefici sulle capacità funzionali e risulta fondamentale nella prevenzione di patologie neurodegenerative come la demenza, con il vantaggio di risultare spesso gradita ai pazienti per la sua azione di stimolazione globale, evidenza che suggerisce come la cognitività vada vista all’interno del contesto emozionale dell’individuo.