Il mal di testa nei bambini

È un sintomo che anche nei bambini può essere frequente, a differenza di quanto spesso pensino i genitori. A parte le forme secondarie ad altre cause organiche, come le malattie infettive acute, la tipologia più frequente è la cefalea muscolo-tensiva.

Il mal di testa, o cefalea, è un sintomo molto frequente non solo negli adulti, ma anche nei bambini, specialmente in età scolare. Alcune statistiche dimostrano che circa il 30% di bambini in quella fascia di età riferisce di aver avuto almeno un episodio di mal di testa nel corso dell’anno. Anche il 15% circa di adolescenti (tra i 13 e 17 anni) riferisce di avere attacchi di cefalea. La cefalea è, inoltre, molto frequente anche fra i più piccoli, anche se è più difficile riconoscere i sintomi nei bimbi di età inferiore a sei anni. È comunque una patologia che incide in modo significativo sulla qualità di vita del bambino, influenzando il rendimento scolastico e limitando le attività quotidiane. Nell’età evolutiva le cefalee “croniche” sono essenzialmente primarie, benigne e sono soprattutto di tipo muscolo-tensivo e in minima parte emicraniche. L’emicrania è di sicuro il tipo di cefalea più conosciuto, ma la sua incidenza in questa fascia di età è piuttosto rara (5% degli adolescenti).

I sintomi

Le principali caratteristiche sono:

Date le caratteristiche e l’importanza di questo tipo di cefalea, l’approccio diagnostico-terapeutico si deve effettuare in ambito specialistico neurologico, con appositi accertamenti e terapie specifiche. La forma di gran lunga più frequente delle cefalee primarie nel bambino e nell’adolescente è cefalea muscolo-tensiva, dovuta alla contrazione persistente dei muscoli del collo e della testa: tipica del bambino grandicello e soprattutto dell’adolescente, si manifesta con dolore diffuso, spesso “a cerchio”, o localizzato alla fronte o alla nuca e in genere dura da 2 a 8 ore e tende a ripresentarsi. Tra i fattori che favoriscono l’insorgenza di questo sintomo possiamo notare:

La diagnosi

Di fronte a questi sintomi i genitori devono contattare il pediatra che dovrà valutare con attenzione la situazione per arrivare alla diagnosi giusta ed evitare accertamenti e terapie inappropriati. Per prima cosa il pediatra escluderà che la cefalea non sia di tipo “psicogeno”, cioè riferita dal bambino o dal ragazzo, ma non realmente presente, talora dovuta a disagio, difficoltà od opposizione a compiere azioni o comportamenti indesiderati. La cosa avviene più frequentemente nell’ambito di famiglie in cui vi sono genitori che soffrono di cefalea. Dobbiamo sospettare l’assenza di una forma di cefalea organica quando:

È certamente preferibile l’osservazione diretta domiciliare e il pediatra darà ai genitori istruzioni sulla gestione e sul riconoscimento del sintomo. È comunque importante, durante la fase di osservazione, evitare di commentare il problema in presenza del bambino e tanto meno continuare a chiedergli se ha mal di testa. Se invece la diagnosi di cefalea muscolo-tensiva è certa, i genitori devono impegnarsi con i seguenti provvedimenti:

Qualora invece il bambino, pur seguendo i consigli sopraesposti, continui a essere disturbato e a ridurre la sua attività, vale la pena approfondire ed eventualmente instaurare una terapia sia nell’attacco acuto sia per una eventuale riduzione di accessi frequenti. I farmaci più utilizzati per questo tipo di cefalea sono sicuramente l’ibuprofene e il paracetamolo. L’efficacia dei due principi attivi è sovrapponibile, l’ibuprofene ha un’azione leggermente più veloce, ma presenta qualche effetto collaterale maggiore. Il paracetamolo può essere somministrato ogni 4-6 ore, l’ibuprofene ogni 6-8 ore. La nimesulide e il diclofenac (altre molecole utilizzate) non presentano efficacia superiore, ma possono avere effetti collaterali più rilevanti.