La dieta amica del cuore

Per prevenire e limitare i problemi cardiocircolatori, la strategia giusta è di seguire uno stile alimentare equilibrato, senza eccessi calorici, ricco di verdure, cereali integrali e frutta a guscio

Sotto la definizione generale di malattie cardiovascolari rientrano una serie di patologie legate ai vasi sanguigni (ipertensione arteriosa sistemica, malattie cerebrovascolari come l’ictus) e al cuore. Tra le cardiopatie, che possono originare da cause diverse, la più diffusa è quella coronarica ischemica, in grado di provocare angina o infarto.

Perché l’alimentazione è importante

Ricordare alcuni meccanismi alla base delle malattie cardiovascolari può far comprendere meglio il ruolo (protettivo o dannoso) dell’alimentazione. Inevitabile, perciò, parlare dell’aterosclerosi, quella condizione patologica delle arterie che si caratterizza dalla presenza di placche (ateromi) nella parete del lume vascolare, che il più delle volte è la principale causa di infarto cardiaco o ictus cerebrale.

Perché l’aterosclerosi si manifesti sono necessarie due condizioni. La prima è la disfunzione endoteliale, ossia un’iniziale infiammazione del rivestimento interno delle arterie (l’endotelio). Tra i fattori irritanti per l’endotelio ci sono: il fumo di sigaretta, l’ipertensione arteriosa, i grassi saturi, i frequenti sbalzi della glicemia sanguigna e i radicali liberi. Tutti fattori che, tranne il fumo, possono essere collegati con le abitudini alimentari.

La seconda condizione, è la presenza di un elevato numero di lipoproteine, definite con Ldl (Low density lipoprotein), spesso denominate anche “colesterolo cattivo”, che hanno il compito di trasportare nel sangue i grassi (oltre che vitamine e altre sostanze). Sono proprio le lipoproteine che, se presenti in eccesso, si insinuano nello spessore dell’arteria generando la reazione locale che darà vita alla placca arteriosa. In altre parole, più è elevato l’Ldl e maggiore sarà la malattia aterosclerorica.

Il peso va controllato

Da quanto detto, salta all’occhio come le abitudini alimentari diventino fondamentali per mantenere in salute cuore e arterie. Innanzitutto, bisogna mantenere un peso corretto: l’aumento del 10% del peso corporeo corrisponde a un aumento del 17% del rischio di mortalità coronarica. I chili di troppo, infatti, innescano delle reazioni a catena: dall’aumento dei grassi nel sangue (trigliceridi e colesterolo ldl) con conseguente formazione di ateromi, all’aumento dell’insulina in circolo. L’iperinsulinemia, che può essere il primo passo verso il diabete di tipo II, favorisce l’ipertensione perché stimola la proliferazione delle cellule muscolari dei vasi.

Talvolta è sufficiente perdere i chili di troppo per far rientrare nella normalità glicemia, colesterolo e pressione. Con il risultato di rallentare decisamente, se non di fermare, la formazione della placca aterosclerotica. Decisamente uno sforzo che vale la salute. Oltre alla dieta, però, è importante ricordare che anche l’attività fisica ha un ruolo prezioso. Infatti, aumenta l’Hdl (High density lipoprotein), il colesterolo buono che fa da spazzino delle arterie, e riduce l’Ldl. Inoltre, è fondamentale per mantenere un eventuale dimagrimento e combattere lo stress, noto nemico del cuore.

Il modello vincente è mediterraneo

Oggi quello che si consiglia per prevenire e limitare i problemi cardiocircolatori, è avere uno stile alimentare equilibrato e senza eccessi calorici in modo costante. Il che risulta molto più efficace dello stare attenti al grammo di grasso o fornire liste di alimenti “proibiti”. Uno stile in sintonia con la dieta mediterranea “originaria”, che le ultime acquisizioni in scienza dell’alimentazione continuano a rafforzare come un modello da seguire. Si pensi al ruolo benefico degli acidi grassi del pesce e della frutta a guscio (omega-3), alle proprietà protettive dei composti fitochimici antiossidanti contenuti in frutta e verdura.

Nonché la “scoperta” dell’indice glicemico dei carboidrati, che ha evidenziato la maggiore salubrità dei cereali integrali. In un certo senso, oggi si vive come mediterraneo ogni cibo che risulti buono e salutare: dal pesce azzurro alle minestre di cereali e legumi o all’olio extravergine di oliva. Al contrario, alti introiti di calorie, di grassi (in particolare i saturi di origine animale e gli idrogenati di produzione industriale), di proteine animali, sono direttamente collegati con l’aterosclerosi.

Riguardo al colesterolo, questo è presente negli alimenti di origine animale, ma il suo ruolo è meno grave rispetto ai grassi saturi e a quelli idrogenati. La gran parte del colesterolo è prodotta dal fegato. Il colesterolo è indispensabile per la sintesi di alcuni ormoni, entra nella produzione della vitamina D ed è un costituente delle membrane cellulari e di vari tessuti. Oltre alla produzione endogena, il colesterolo può arrivare dall’alimentazione: è presente nei cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo d’uovo, fegato, cervella.

Perciò viene sconsigliata l’associazione o la scelta di alimenti che contengano sia colesterolo in quantità elevata che grassi saturi, come nel caso dei formaggi o delle carni grasse. Ad ogni modo, anche con il colesterolo non bisogna esagerare: ne sono consigliati 300 mg al giorno, che comunque non vengono superati assumendo delle normali porzioni di carne magra e latticini magri. Anche un moderato consumo di uova è consentito.

 La base dei menu: cereali integrali e legumi

Solo nei cereali integrali (e nelle loro farine) è possibile trovare le sostanze presenti nel germe di grano, come vitamine del gruppo B, minerali, antiossidanti (vitamina E e polifenoli che proteggono l’endotelio dall’azione dei radicali liberi), acidi grassi omega 3 (che riducono i trigliceridi), omega 6 e fibre (presenti nel rivestimento esterno). Queste ultime, che aiutano anche a modulare la glicemia, abbassano anche colesterolo e grassi nel sangue.

Da segnalare i betaglucani, speciali fibre solubili (al contrario delle altre che, invece, sono insolubili). Particolarmente presenti nell’avena, la ricerca ha mostrato che 3 g al giorno di betaglucani contenuti in circa 80 g di avena integrale (anche sotto forma di farina integrale) abbassano il colesterolo Ldl e i trigliceridi, mentre aumentano il colesterolo buono Hdl.

Infine, i legumi sono la fonte vegetale più ricca di proteine e salutare alternativa alle fonti di origine animale. Il loro consumo abituale risulta collegato a una riduzione del rischio di malattia a carico dell’apparato cardiovascolare. Tante le ragioni di questo effetto protettivo: ad esempio, modulano i rialzi della glicemia dopo i pasti grazie alla presenza delle fibre solubili, in grado di ridurre il colesterolo totale e quello Ldl.