La spalla dolorosa

Il dolore alla spalla è fra i disturbi più diffusi, tanto che segue a ruota il mal di schiena fra le patologie per cui ci si rivolge allo specialista

Il dolore alla spalla colpisce indiscriminatamente dall’età e dal sesso. Come dire che può soffrirne Marco di 34 anni, appassionato di tennis e corsa nel tempo libero, ma anche Adele di 78 anni, poco incline a muoversi. Le nostre spalle funzionano grazie a un sofisticato meccanismo di equilibrio, dove ogni componente gioca il suo ruolo di forza contrapposta per permettere al braccio tutta una serie di movimenti, di cui se ne contano oltre 15mila.

Questo equilibrio può venir meno, per via di un trauma (come per esempio una caduta sulla mano con trauma indiretto alla spalla) oppure per un’infiammazione dovuta all’usura dei tendini della cuffia dei rotatori o ancora per una degenerazione della cartilagine la spalla fa male. Spesso il dolore comincia a manifestarsi di notte, successivamente limita i movimenti durante le attività quotidiane, fino in alcuni casi a determinare quella che è definita spalla congelata: una spalla talmente rigida da non permettere alcun movimento.

L’anatomia della spalla

Per capire l’origine del dolore della spalla è fondamentale comprendere come funziona questa complessa articolazione. La spalla è costituita dall’omero che, con la sua porzione sferica denominata testa, si articola alla scapola nella sua porzione piatta denominata glena. La testa è a sua volta coperta nella parte superiore da una porzione della scapola chiamata acromion.

Immaginiamo una sfera che si muove su un piatto, consentendo un’ampia libertà di movimento, come nessun’altra articolazione del corpo umano. Questo permette all’arto superiore e, di conseguenza, alla mano una mobilità elevatissima, ma dall’altro espone l’articolazione della spalla a una serie di problematiche dipendenti da questa sua innata “instabilità”. Ciò che rende stabile l’articolazione sono i legamenti e il complesso costituito da muscoli e tendini.

Distinguiamo, poi, due differenti gruppi muscolari: quelli che lavorano sull’asse del braccio, come il deltoide, e quelli trasversali costituiti principalmente dalla cuffia dei rotatori, ovvero 5 muscoli che con la loro componente tendinea rivestono la testa omerale, proprio come una cuffia. Nel momento in cui si perde l’armonia e l’equilibrio tra questi muscoli, vince l’azione della muscolatura longitudinale che, durante l’elevazione del braccio, fa risalire le testa omerale facendola urtare sotto l’acromion e determinando lesioni ai tendini.

La diagnosi

Come individuare le cause del dolore? Il primo passo è capire la modalità di insorgenza, il tipo di attività sportiva/lavorativa e la tempistica del dolore. Il secondo passo è la visita dello specialista.  Questo permette di discriminare tra le possibili cause di dolore della spalla, che potranno poi essere approfondite e confermate dall’esame radiologico più indicato.

Se, infatti, una semplice radiografia consente di fare diagnosi di artrosi gleno-omerale o tendinopatia calcifica, sono poi l’ecografia e/o la risonanza magnetica, che permettono di effettuare una corretta diagnosi delle patologie dei tessuti molli quali tendini, muscoli e strutture articolari.

Le cause del dolore

In passato, tutte le problematiche della spalla venivano ascritte al termine “periatrite”. Oggi si preferisce parlare di “spalla dolorosa”, in quanto le cause sono numerose e molto differenti fra di loro. Possiamo distinguere alcune principali categorie.

  1. Lesione della cuffia dei rotatori: i tendini possono danneggiarsi in seguito a un trauma alla spalla oppure rovinarsi lentamente e progressivamente, come nella cosiddetta sindrome da conflitto subacromiale in cui, durante l’elevazione del braccio, la testa omerale fa attrito con l’acromion usurando i tendini. In particolare, la patologia degenerativa della cuffia dei rotatori è così frequente da interessare oltre il 50% della popolazione oltre i 70 anni. Fortunatamente la maggior parte dei pazienti affetti da lesioni di cuffia sono asintomatici o presentano solo saltuari indolenzimenti della spalla.
  2. Spalla congelata o capsulite adesiva: è un’infiammazione dell’articolazione dovuta a cause ancora poco conosciute, che porta a una rigidità e dolore progressivi con impossibilità a effettuare movimenti;
  3. Instabilità di spalla: la testa omerale può fuoriuscire dall’articolazione o in seguito a un trauma (lussazione traumatica) o per caratteristiche genetiche di lassità dei legamenti;
  4. Artrosi della spalla: così come l’anca e il ginocchio, articolazioni che lavorano sotto carico, anche la cartilagine dell’articolazione della spalla può usurarsi determinando l’artrosi della spalla, condizione che può richiedere anche l’intervento di sostituzione protesica.

Il trattamento

A seconda della patologia segue un certo tipo di trattamento. La spalla dolorosa prevede molto spesso un iniziale trattamento di tipo conservativo. Riposo, antidolorifici/antinfiammatori e un percorso fisioterapico sono frequentemente sufficienti per risolvere completamente il problema o riportare la spalla a una condizione di dolore ridotto e trascurabile. Il trattamento fisioterapico, riequilibrando le forze esercitate dai “tiranti della spalla”, riesce a riportare il paziente a una buona funzionalità e a un’assenza di dolore, pur in presenza di una lesione. Un secondo livello di trattamento è rappresentato dall’infiltrazione della spalla con antinfiammatori, anestetici locali o acido ialuronico. Spesso questo risulta un buon compromesso per le patologie degenerative articolari, così da evitare o ritardare l’eventuale intervento chirurgico.  

Le esigenze personali del paziente sono poi un ulteriore elemento che influenza il tipo di trattamento da intraprendere. la risoluzione del dolore può non essere sufficiente per pazienti con elevate richieste funzionali dalla spalla, sia di tipo lavorativo sia sportivo. Per far fronte a condizioni più gravi o per riportare la spalla a una piena funzionalità, l’ortopedico può, quindi, proporre trattamenti di tipo chirurgico, che vanno dalla chirurgia artroscopica. In particolare, per le patologie degenerative dei tendini o delle strutture capsulo-legamentose della spalla, fino a chirurgie “open” per il trattamento dell’artrosi o delle gravi instabilità della spalla. L’intervento chirurgico prevede un periodo di riabilitazione di 3-6 mesi, fondamentali per consentire la corretta ripresa dell’utilizzo della spalla.

Il trattamento chirurgico

Mentre in passato l’unica possibilità per il chirurgo era incidere la cute per diversi centimetri e accedere così all’articolazione della spalla per poter riparare le lesioni dei tendini o dei legamenti, oggi si possono effettuare molte operazioni attraverso la tecnica artroscopia. Il chirurgo effettua solo piccole incisioni necessarie all’introduzione in articolazione di strumenti quali l’ottica e gli strumenti per lavorare. L’artroscopia permette di riparare lesioni della cuffia o del labbro acetabularie (la guarnizione interna dell’articolazione) o lesioni legamentose e capsulari.

La chirurgia tradizionale (cosiddetta “open”) rimane ancora indispensabile per interventi di sostituzione articolare protesica, per alcuni interventi sull’instabilità di spalla o lesioni della cuffia.