Le conseguenze della carenza proteica

Older woman with bright blanket sitting in wheelchair and talking to her male friend

La malnutrizione proteico-energetica rappresenta un predittore negativo di comorbidità e di sopravvivenza nella popolazione anziana e in diverse condizioni patologiche

Le proteine sono molecole organiche azotate costituite dalla molteplice combinazione di una ventina di aminoacidi (AA) uniti tra loro da legami peptidici. Nove fra questi aminoacidi (fenilalanina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano e valina) sono definiti essenziali dal momento che il nostro organismo non è in grado di produrli e pertanto devono essere necessariamente introdotti attraverso la dieta. Gli AA che si liberano durante il processo digestivo delle proteine vengono rapidamente assorbiti e raggiungono la massima concentrazione ematica 30-50 minuti dopo il pasto. Gli AA leucina, isoleucina e valina, maggiormente conosciuti come AA ramificati, vengono principalmente utilizzati dai muscoli scheletrici. La massa proteica totale, pari a circa il 20% della massa magra alipidica (10-12 kg in un uomo di 70 kg) è composta per circa la metà da quattro proteine: collagene, actina, miosina ed emoglobina; i muscoli contengono mediamente il 43% della quota proteica. Le proteine svolgono nel nostro organismo funzione plastica (contribuiscono alla costruzione di nuovi tessuti), funzione strutturale (collagene, elastina, proteine delle membrane cellulari), funzione bioregolatrice (enzimi e ormoni), funzione di trasporto (emoglobina ecc.) e di difesa (anticorpi impegnati nella risposta immunitaria); sono coinvolte inoltre nella contrazione muscolare (actina e miosina), nella coagulazione del sangue, nella regolazione dell’espressione genica. Infine, in caso di emergenza rappresentano un potenziale substrato energetico dal momento che ogni g di proteine può assicurare all’organismo un contributo energetico pari a circa 4 Cal.

La qualità proteica, maggiormente elevata nelle proteine del siero di latte, delle uova (albume), del latte (caseina), della carne di manzo e della soia, varia in funzione della digeribilità della proteina e della sua composizione in AA essenziali. Nella dieta degli italiani, le principali fonti proteiche sono rappresentate dal gruppo dei cereali e derivati (29%) con pane e pasta che forniscono rispettivamente l’11% e il 7%, carne e derivati (28%), latte e derivati (21%), prodotti della pesca (9%), verdure e ortaggi (4%), uova (3%) e legumi (1,4%). In genere, si considerano adeguati, almeno dopo i primi due anni di vita, apporti proteici giornalieri (di origine soprattutto vegetale) pari al 12-18% dell’energia totale della dieta; mediamente nell’adulto l’assunzione raccomandata si aggira su 0,90 g di proteine per kg di peso corporeo: circa 63 g al giorno per i maschi con peso corporeo di 70 kg e 54 g per una donna di 60 kg. Quote pari a 10 g di proteine sono contenute in una coppia di uova, in 300 ml di latte vaccino o 200 g di yogurt, in 35-50 g di carne o pesce, in 150 g di legumi cotti e in 100 g di pasta cruda o 110 g di pane.

Carenza proteica

La carenza proteica può manifestarsi nell’organismo come diminuzione proteica somatica, con riduzione soprattutto della massa muscolare oppure come diminuzione delle proteine viscerali a carico in particolare degli organi interni come fegato, pancreas e intestino. Lo squilibrio nutrizionale proteico può condurre, in tempi più o meno brevi, alla malnutrizione proteico-energetica (PEM). Tale sindrome, caratterizzata da un deficit energetico e/o proteico, è frequentemente associata a una ridotta biodisponibilità di altri nutrienti, con alterazioni metaboliche e con stati infiammatori. Nei paesi industrializzati, in ambito clinico la PEM si osserva soprattutto nei disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa), nei soggetti anziani fragili e ricoverati in istituti, in diverse patologie d’organo ad andamento cronico. Nei paesi in via di sviluppo si registrano con una certa frequenza due forme di PEM, responsabili per oltre il 50% della mortalità infantile: il marasma, caratterizzato da una riduzione della massa corporea, della massa muscolare e del tessuto adiposo e il kwashiorkor, con edema generalizzato ed epatomegalia. Le conseguenze della PEM sullo stato di salute sono responsabili della diminuzione della forza muscolare, della tolleranza allo sforzo e del grado di autonomia fisica, della ridotta efficienza della funzione respiratoria e della risposta immunitaria, di specifici deficit d’organo, delle complicanze post-operatorie con ritardata guarigione delle ferite chirurgiche e ulcere da decubito.

Nei soggetti anziani è presente con una certa frequenza la sarcopenia, una condizione caratterizzata da riduzione della forza, massa e funzionalità muscolare. Durante il processo d’invecchiamento diminuisce il turnover proteico a livello muscolare e gli stessi aminoacidi esercitano una minore influenza sulla sintesi proteica muscolare. A ciò si aggiunge una riduzione dell’anabolismo proteico tissutale dovuta al calo dei livelli basali di alcuni ormoni ad azione anabolizzante e la presenza di uno stato infiammatorio, corresponsabile in parte dell’accentuato catabolismo proteico e della riduzione della massa muscolare. Oltre i 60 anni pertanto sono consigliate assunzioni proteiche giornaliere di 1,1 g per Kg di peso corporeo (circa 80 g per i maschi e 70 g per le femmine), con l’ulteriore avvertenza di assicurare una quota adeguata di proteine di elevata qualità nutrizionale presenti soprattutto in alimenti di origine animale.

Supplementi nella malnutrizione proteica

Nei casi di malnutrizione quindi, l’esigenza prioritaria è quella di ripristinare al più presto un sano stile di vita e un apporto nutritivo adeguato alle necessità proteico-caloriche dell’organismo. Contemporaneamente, introduzioni suppletive specifiche in base alle carenze e alle singole esigenze nutritive del paziente possono contribuire nel migliorare la deplezione nutritiva a livello tissutale. Più comunemente, le formulazioni integrative per il fabbisogno proteico/azotato includono proteine del siero di latte o caseine, spesso associate con AA essenziali tra cui quelli ramificati, grassi, carboidrati, minerali e vitamine. Tali sostanze vengono assunte sotto forma di barrette oppure in polvere, da miscelare quest’ultima con acqua, latte, frullati di frutta, vellutate di verdure, brodo. Gli integratori proteici, infine, dovrebbero fornire, secondo il Ministero della Salute, un apporto minimo di almeno 7 g al giorno di proteine con apporti massimi di 35 g, mentre l’assunzione massima di AA ramificati (leucina più isoleucina e valina) non dovrebbe superare i 5 g al giorno. Supplementi a base di proteine e AA non dovrebbero comunque essere utilizzati durante la gravidanza, nei bambini, nella patologia epatica o renale o per periodi prolungati oltre le 6-8 settimane, senza la necessaria approvazione del medico.