L’importanza di un’adeguata rimozione della placca

L’igiene orale è fondamentale a ogni età per prevenire accumuli di placca che possono condurre a patologie. Nei pazienti con particolari difficoltà nel mantenere una corretta igiene, le compresse rilevatrici di placca sono un valido ausilio per migliorare lo stato di salute orale

La placca dentale è un biofilm, cioè una pellicola morbida e appiccicosa di colore giallo pallido, che si può trovare sui denti, e che se non adeguatamente rimosso continua ad accumularsi. Quando saliva, cibo e liquidi si combinano, producono depositi di batteri che si raccolgono dove i denti e le gengive si incontrano, ovvero nella zona del colletto dentale. Questi batteri, nutrendosi dei residui della nostra alimentazione, producono acidi che attaccano lo smalto e il parodonto degli elementi dentari.

Se la placca non viene rimossa, i danni che provoca sono irreversibili: può infatti causare la carie, a carico del dente, e la parodontite, che coinvolge il tessuto di supporto dentale (costituito da gengiva, legamento parodontale e osso alveolare). La suscettibilità all’accumulo di tartaro varia comunque da persona a persona. In molti casi, questi depositi si accumulano più velocemente con l’età. Inoltre, il rischio è ancora maggiore in pazienti portatori di apparecchio, che soffrono di secchezza delle fauci o che hanno denti particolarmente affollati. Una volta formato, l’unico modo per rimuovere il tartaro è sottoporsi a una seduta di igiene professionale svolta dal dentista o dall’igienista dentale.

Come capire se ci sono accumuli di placca

È necessario mantenere costantemente sotto controllo lo stato di igiene della propria bocca, e non solo quando si va dal dentista. Per farlo al meglio è possibile adoperare alcuni strumenti che semplifichino questo lavoro anche a casa. Esistono delle speciali pastiglie rilevatrici di placca che evidenziano di un colore specifico e particolarmente evidente tutti gli accumuli di biofilm. Dopo aver masticato una compressa è sufficiente fare uno sciacquo per vedere colorate le zone con la maggior concentrazione di placca.  Ci sono anche soluzioni più fini, che riescono a differenziare il biofilm “nuovo” da quello “vecchio” permettendo dunque di capire su quali zone è possibile intervenire con l’igiene domiciliare e su quali invece è indispensabile ricorrere a una seduta dal dentista. Oltre alle pastiglie rilevatrici, esistono anche dei collutori in grado di svolgere la medesima funzione. Essi si rilevano particolarmente comodi nei pazienti portatori di apparecchio ortodontico.

Uno studio ha valutato l’utilità dei rilevatori di placca proprio in questo tipo di pazienti, i quali sono stati divisi in 3 gruppi:

Al termine del periodo di controllo, il risultato migliore dal punto di vista dell’igiene orale è stato ottenuto dall’ultimo gruppo, maggiormente coinvolto nel processo di cura e prevenzione e pertanto più attento.

Rimuovere la placca anche e soprattutto nel bambino

La patologia orale per eccellenza del bambino, dovuta alla placca e ai batteri in essa contenuti, è la carie. Fin dalla tenera età anche sui denti decidui, meglio noti come denti da latte, si possono creare delle carie a causa della scorretta igiene orale e di un’alimentazione non adeguata. Per prevenire la formazione di carie multiple, che potrebbero influenzare anche la salute dei successivi denti permanenti, è necessario che il bambino venga portato a visita dal dentista al momento della fuoriuscita in arcata del primo dente da latte.

Per i primi anni di vita, sono i genitori a doversi prendere cura della salute orale dei più piccoli. Nel neonato è necessario rimuovere residui di cibo e placca attraverso l’uso di una garzina e successivamente, dopo l’eruzione del primo dente deciduo, si può passare all’uso di uno spazzolino ultra morbido che andrà adoperato dal genitore fino all’età di 3 anni. Via via il genitore guiderà il figlio sempre più verso l’autonomia nell’igiene orale, fino a quando potrà lavare i denti solamente con la supervisione dell’adulto.

Il dentifricio, grazie al fluoro in esso contenuto, permette di rinforzare la capacità della struttura dentale di resistere all’attacco degli acidi prodotti dai batteri della placca. Per essere adatto a tale scopo, il dentifricio deve contenere tra 1350 e 1500 parti per milioni (ppm) di fluoro. La dose di prodotto da utilizzare aumenta gradualmente man mano che il bambino cresce: inizialmente si stende un sottile velo di dentifricio sullo spazzolino, poi intorno ai 3 anni si passa a una quantità di dentifricio corrispondente alla dimensione di un pisello.