Nutraceutica nell’osteoporosi

Nel nostro Paese l’osteoporosi colpisce circa 5 milioni di persone, di cui oltre l’80% è rappresentato da donne in post-menopausa. Massimizzare il “picco di massa ossea” attraverso una corretta alimentazione, un sano stile di vita e una regolare attività fisica, rappresenta un punto nodale nella prevenzione dell’osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una bassa densità minerale ossea. Le ossa diventano più fragili e sono quindi esposte a un maggior rischio di frattura, anche per traumi di lieve entità. Buona parte della massa ossea è costituita da sali minerali, soprattutto cristalli di fosfati di calcio (Ca) depositati sopra una matrice proteica composta principalmente da lunghe file di collagene. È presente inoltre una componente cellulare costituita da osteoblasti e osteoclasti che provvedono a mantenere un giusto livello di mineralizzazione delle ossa grazie ai processi di “modellamento e rimodellamento osseo”. Il “modellamento osseo” avviene nella fase giovanile e comporta essenzialmente la costruzione di massa ossea nuova. Il “rimodellamento osseo” invece provvede, durante l’intera esistenza, alla manutenzione dell’osso già formato. Nella sostanza, gli osteoclasti demoliscono piccole aree di osso vecchio o danneggiato, mentre gli osteoblasti sono responsabili dei processi di rideposizione di osso nuovo, ossia della produzione di nuova matrice ossea, della sua mineralizzazione, del riempimento dei microscopici buchi lasciati dagli osteoclasti. In particolari condizioni tra cui la menopausa o l’età avanzata, l’attività degli osteoclasti tende a prevalere su quella degli osteoblasti. La massa ossea pertanto si riduce causando osteopenia e nella fase più avanzata, quando la perdita di minerali si aggrava, osteoporosi (porosità ossea).

Fattori di rischio, prevenzione e dieta

Come già accennato, il rischio di sviluppare l’osteoporosi dipende anche dal “picco di massa ossea” ovvero dal contenuto massimo di sali minerali che si raggiunge attorno ai 25-30 anni d’età nell’osso, quando lo stesso ha terminato la fase di crescita, sviluppo e consolidamento. Quanto più alto è il picco raggiunto nella giovinezza, maggiore sarà il margine di sicurezza che ci separa dall’osteopenia. Più basso è il picco, maggiori saranno le probabilità di arrivare precocemente all’osteoporosi. La Tabella 1 riassume altri principali fattori di rischio associati all’osteoporosi.

Tabella 1 – Fattori di rischio per l’osteoporosi

Fattori anagrafici, genetici, costituzionali età avanzata, sesso femminile, costituzione minuta, familiarità per osteoporosi o fratture da fragilità ossea, etnia bianca o asiatica.
Fattori ambientali e comportamentali (fattori modificabili sui quali è possibile intervenire)dieta povera di Ca (impedisce il raggiungimento di un elevato “picco di massa ossea” e un normale “rimodellamento osseo”), dieta troppo ricca di cibi integrali (riducono l’assorbimento intestinale di Ca) e dieta iperproteica e ipersodica (proteine e sodio in eccesso fanno aumentare le perdite renali di Ca), carenza di vit.D, vita sedentaria, il fumo, abuso di alcool (riduce l’assorbimento di Ca e l’attività degli osteoblasti) e caffeina.
Alterazioni ormonali e malattie cronichemenopausa precoce (prima dei 45 anni), periodi prolungati di amenorrea (più di 1 anno), ipogonadismo femminile o maschile, malattie infiammatorie croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, colite ulcerosa), anoressia nervosa, ipertiroidismo ecc.
Uso cronico e prolungato di farmacicorticosteroidi, anticoagulanti, antiepilettici, alcuni antiacidi, lassativi.

Al contrario, un’alimentazione varia e incentrata sulla correzione dei fattori di rischio modificabili, gioca un ruolo primario sia nel prevenire l’osteoporosi che nel curarla o contrastarla. Una buona prevenzione richiede uno stile di vita attivo e scelte alimentari attente in particolar modo alle corrette assunzioni giornaliere di Ca e vit.D, ma anche alle introduzioni di altre sostanze anch’esse indispensabili per la salute delle ossa (magnesio, fosforo, manganese, ferro, zinco, silicio, vit.C, vit.K, flavonoidi ecc.). L’attività motoria, indispensabile per il mantenimento della funzione e della struttura ossea, dovrebbe essere praticata preferibilmente all’aperto. L’esposizione alla luce solare infatti consente di potenziare la produzione a livello cutaneo della stessa vit.D, migliorando in tal modo l’assorbimento di Ca e quindi la mineralizzazione ossea. Sono alimenti ricchi in Ca latte e derivati, prodotti della pesca (acciughe, polpi, calamari, crostacei), legumi secchi e tofu, frutta secca oleosa (noci, mandorle) o essiccata (prugne), ortaggi verdi (broccoli, carciofi, cardi, cavoli, cicoria, cime di rapa, indivia, radicchio, rucola, spinaci, erbe aromatiche), alimenti arricchiti in Ca. La vit.D si trova in piccole quantità nel tuorlo d’uovo, in discrete quantità nei pesci grassi (aringa, tonno, sgombro), nell’olio di fegato di merluzzo e in alimenti arricchiti.

Una dieta inclusiva delle sostanze che proteggono dall’osteoporosi, condivide nella sostanza buona parte delle indicazioni nutrizionali mediterranee: ogni giorno almeno 1,5 litri di acqua (meglio se calcica) e tisane (tra cui il tè ricco in flavonoidi), perlomeno 5 porzioni tra frutta e ortaggi (vit.C e flavonoidi), 5 porzioni di cereali e derivati (pane, pasta, riso ecc.), 2 porzioni di latticini preferibilmente magri (formaggi 1-2 volte per settimana), semi ed erbe aromatiche, olio d’oliva. Durante la settimana invece, 2-3 porzioni di pesce o molluschi, 1-2 coppie di uova, 2-3 porzioni di legumi (ceci, lenticchie, soia ecc.), 2 porzioni di carne bianca, 1 porzione di carne rossa e al massimo 1 porzione di salumi. Con grande moderazione infine l’eventuale consumo di vino e dolciumi.

Nutraceutica nell’osteoporosi

Con il termine nutraceutici, un neologismo derivante dalla fusione delle parole “nutrizione” e “farmaceutico”, si indicano “i componenti alimentari o i principi attivi presenti negli alimenti che determinano effetti positivi per il benessere e per la salute, inclusi la prevenzione e il trattamento delle malattie”. Si annoverano tra i nutraceutici vitamine, minerali, acidi grassi, fitoderivati (tra cui flavonoidi), probiotici ecc. Vit.D e Ca risultano spesso deficitari nella popolazione anziana; supplementazioni di vit.D associate a un corretto introito alimentare di Ca (1000-1200 mg/die) migliorano nell’anziano l’efficienza antifratturativa, risultando contemporaneamente utili nella prevenzione primaria dell’osteoporosi. Nei casi in cui la dieta non riesce a garantire un apporto adeguato di Ca, è consentito ricorrere all’integrazione del minerale e comunque solo sino al raggiungimento del fabbisogno giornaliero (in genere sono sconsigliate dosi suppletive superiori ai 500-600 mg/die). Uno studio prospettico con circa 4000 partecipanti ha evidenziato una correlazione diretta tra maggiori livelli di magnesio nel sangue ed una migliore densità minerale ossea (BMD). Correlazioni positive con la BMD sono inoltre associate con assunzioni dietetiche adeguate di potassio, zinco, vitamine del gruppo B, vit.C e vit.K, comprensive se necessario, dell’eventuale quota derivante dalla loro supplementazione.