Oculorinite allergica, che cosa fare?

Cause, manifestazioni e possibili cure per una delle patologie più fastidiose e diffuse nella nostra epoca

L’oculorinite, implicando l’interessamento sia della mucosa nasale sia di quella congiuntivale, è l’espressione delle due manifestazioni allergiche più comuni in primavera: la rinite (o raffreddore da fieno) e la congiuntivite.

Il distretto nasale e quello oculare sono in stretta e reciproca comunicazione, il che facilita l’estensione bidirezionale di un eventuale processo infiammatorio, e sono direttamente esposti all’ambiente, per cui è molto facile il contatto con sostanze sensibilizzanti (per esempio pollini, polvere di casa e particelle volatili) che possano penetrare dall’esterno.

La rinite

I sintomi tipici della rinite allergica sono: rinorrea, ostruzione nasale, prurito nasale, starnutazione; quando vi è anche la presenza della sintomatologia congiuntivitica, questa è caratterizzata da lacrimazione e prurito oculare. I sintomi sono reversibili spontaneamente o con appropriato trattamento. La rinite allergica è classificata in base alla frequenza e alla severità dei sintomi, secondo lo schema qui riportato. Un aspetto estremamente importante è la progressione e/o la coesistenza della rinite con l’asma; per questa ragione è sempre opportuno escluderne la presenza nell’individuo – soprattutto se si tratta di un bambino – con rinocongiuntivite allergica, che spesso rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una condizione alquanto variegata e complessa.

Gli allergeni responsabili

Gli allergeni più frequentemente in causa sono le graminacee, la parietaria, l’artemisia, l’ambrosia, l’olivo, la betulla con prevalenze diverse in base alla distribuzione geografica e infine gli acari e gli animali domestici.

La rinite allergica rappresenta un problema mondiale in tutte le fasce di età. Nella fascia d’età 6-7 anni interessa oltre 6 individui su 100 e tra i 13 e i 14 anni la sua diffusione sale al 15,6% della popolazione, con una tendenza in crescita nel corso degli anni.

Un aspetto estremamente importante, soprattutto in ambito pediatrico, è la progressione e/o la coesistenza dell’oculorinite allergica con l’asma; è pertanto opportuno che la diagnosi – e la conseguente terapia – siano precoci, in modo da arrestare la progressione della malattia allergica, la cosiddetta “marcia allergica”. Nel contempo deve essere valutata l’eventuale coesistenza dell’asma, di cui l’oculorinite spesso non è che una possibile manifestazione, la punta dell’iceberg.

L’ampia classificazione delle riniti nell’adulto si riduce notevolmente nel bambino, dove le forme infettive e quelle allergiche rappresentano la maggioranza dei casi; in età prescolare, infatti, sono più frequenti le forme infettive e successivamente quelle allergiche. Gli indizi che orientano verso un’oculorinite allergica sono dunque il prurito e l’interessamento di entrambi gli occhi, a maggior ragione se insorti dopo l’esposizione a qualche componente ambientale (per esempio, dopo una scampagnata o un picnic sull’erba): in questo caso il sospetto giustifica l’avvio delle indagini allergologiche (prick test in primis e poi eventuale dosaggio delle IgE specifiche), indispensabili per documentare la reattività dell’individuo affetto.

Dalle manifestazioni alla cura

I sintomi tipici della rinite allergica sono: rinorrea (ossia secrezione e naso che cola), ostruzione nasale, prurito (nasale), starnutazione; in caso di congiuntivite concomitante si associano lacrimazione, prurito oculare e fastidio alla luce. Il prurito, come già detto, è il sintomo guida, che differenzia la forma allergica dalle altre tipologie di congiuntivite accennate, come per esempio quella batterica (caratterizzata di solito dalla presenza di una secrezione purulenta, sensazione di corpo estraneo e adesione delle ciglia) o virale (associata ad arrossamento e a secrezione abbondante per lo più acquosa). I sintomi sono reversibili spontaneamente o con appropriato trattamento, basato sull’impiego locale di cortisonici, antistaminici e decongestionanti (collirio, spray nasale). Altri aspetti importanti dell’approccio sono:

  1. l’allontanamento (ove possibile) dell’allergene. Nel caso degli acari, per esempio, responsabili di oculorinite persistente, si possono utilizzare opportuni detergenti e preparati in grado di eliminarli. Altrettanto importante, a scopo preventivo, è invece evitare il contatto con i componenti responsabili: il calendario dei pollini, per esempio, può essere un valido strumento per conoscere la loro diffusione istantanea a livello nazionale;
  2. l’immunoterapia specifica: la disponibilità di vaccini iposensibilizzanti sicuri ed efficaci, che possono essere somministrati per via sublinguale, previa prescrizione da parte di uno specialista, in molti casi dà un contributo determinante a modificare l’andamento della malattia;
  3. l’educazione del paziente: i farmaci devono essere assunti secondo le indicazioni del medico e non sulla base del “fai da te”, che può portare a inutile sovradosaggio o a fenomeni di tolleranza, con la conseguente necessità di aumentare la posologia per ottenere lo stesso effetto.

Criteri diagnostici e classificativi della rinite allergica

La rinite allergica è classificata in base alla frequenza e alla severità dei sintomi, secondo i seguenti criteri:

basati sulla frequenza dei sintomi

Rinite intermittente

Rinite persistente

La maggior parte delle riniti si colloca tra le persistenti in quanto anche in caso di pollini “stagionali brevi” la flogosi allergica minima persistente può mantenersi anche dopo il periodo pollinico “spegnendosi” quindi lentamente. Occorre, inoltre, ricordare che raramente il paziente è monosensibile, per cui spesso si sovrappongono periodi pollinici diversi.  

basati sulla severità dei sintomi

Rinite lieve

presenza di tutti i seguenti sintomi:

Rinite moderata-grave

presenza di uno o più dei seguenti sintomi: