Piccoli traumi dell’occhio

Costituiscono, per frequenza, la seconda causa di accesso al Pronto Soccorso Oculistico dopo l’occhio rosso; i maschi sono più colpiti rispetto alle femmine con un rapporto di circa 5:1

L’abrasione corneale è la più comune affezione traumatica del globo oculare. È legata alla perdita di parte dello strato superficiale (epitelio) della cornea, con esposizione delle fibre nervose dolorifiche sottostanti. Ne consegue che i pazienti che presentano un’abrasione corneale accusino immediatamente un vivo dolore, a volte sproporzionato rispetto all’entità del danno, fotofobia intensa e lacrimazione abbondante. L’epitelio rappresenta la prima linea di difesa della cornea contro gli agenti patogeni infettivi e pertanto risulta estremamente importante ripristinare la sua integrità il più rapidamente possibile. La riparazione avviene di solito spontaneamente in 48-72 ore e di norma dovrebbe essere sufficiente una buona lubrificazione con lacrime artificiali a duplice funzione: da un lato lubrificante e protettiva (a base di ialuronato di sodio, carbossimetilcellulosa, etc…) e dall’altro con funzioni riepitelizzanti (a base di dexpantenolo, trealosio, etc…). Tuttavia, proprio per il rischio infettivo e il vivo dolore accusato dal paziente, si preferisce prescrivere una terapia antibiotica in collirio o pomata e un bendaggio oculare per qualche giorno. I portatori di lenti a contatto possono andare incontro con una certa frequenza a una cronica sofferenza dell’epitelio corneale, legata sia alla scarsa lacrimazione sia alla cattiva manutenzione o all’abuso delle stesse. In genere questi pazienti vanno invitati a sospenderne immediatamente l’utilizzo delle lenti e instillare lacrime artificiali anche per lunghi periodi.

Corpo estraneo corneale o congiuntivale

Piccoli corpi estranei adesi alla superficie corneale o congiuntivale costituiscono una causa frequente di accesso al Pronto Soccorso. Solitamente conseguono a un infortunio sul lavoro o al “fai da te” domestico e sono perlopiù schegge di materiale ferroso, quasi tutte evitabili indossando gli appositi occhiali di protezione. La sintomatologia ricalca quella dell’abrasione con dolore, sensazione di corpo estraneo e lacrimazione. Il corpo estraneo può essere facilmente identificato anche con una piletta e appare come un piccolo punto scuro sulla superficie corneale o su quella della congiuntiva bulbare. Anche se spesso sono solo superficiali e non si approfondano nella cornea, è fortemente sconsigliato tentare di rimuoverli da soli; qualora un semplice lavaggio oculare non sia sufficiente a espellere il corpo estraneo, è necessario recarsi presso il Pronto Soccorso Oculistico dove il medico asporterà la scheggia con appositi strumenti e verificherà l’assenza di perforazioni bulbari. La terapia ricalca quella dell’abrasione con unguenti o colliri antibiotici per 5-6 gg e bendaggio per 24-48 ore.

Cheratite da radiazioni

La cheratite attinica è caratterizzata dalla sofferenza dell’epitelio corneale in soggetti sottoposti a radiazioni UV. L’esempio più classico è quello del saldatore che non indossa la maschera o di chi si sottopone a una lampada abbronzante senza adeguata protezione. Di solito è bilaterale e insorge nelle ore serali o notturne come un forte bruciore con sensazione di corpo estraneo, lacrimazione profusa e difficoltà a mantenere gli occhi aperti. All’esame oculare si evidenzia un occhio molto rosso con una sofferenza diffusa della cornea. Fig.2 La terapia consiste in colliri che dilatano la pupilla (midriatici), pomate antibiotiche con bendaggio per 24-48 ore, inoltre il dolore è tale che spesso si consiglia anche l’assunzione di un antinfiammatorio per bocca.

Causticazione chimica

Costituiscono vere e proprie emergenze oculistiche e pertanto richiedono l’invio presso la struttura di Pronto Soccorso nel più breve tempo possibile. Il danno oculare può essere solo di superficie, oppure anche molto profondo e coinvolgere l’intera cornea, l’iride, il cristallino e la retina; questo dipende per larga parte dalla natura dell’agente chimico coinvolto. In genere le basi penetrano velocemente in profondità, mentre gli acidi permangono sulla superficie; acidi forti come l’acido cloridrico tendono a penetrare quanto le sostanze alcaline. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, i danni oculari sono da lievi a moderati, purtroppo però nei casi più gravi la funzionalità visiva può essere totalmente compromessa. La prima misura terapeutica, ancora prima della visita oculistica, consiste nell’allontanamento del composto chimico mediante lavaggi oculari prolungati (per 15-30 minuti), anche con acqua corrente se non si dispone di soluzioni saline sterili. Il paziente deve essere inviato presso il Pronto Soccorso Oculistico dell’Ospedale di riferimento il più presto possibile portando, qualora fosse a disposizione, copia della scheda del prodotto con il quale è venuto in contatto oppure la confezione stessa dell’agente che ha provocato la lesione oculare. La terapia vera e propria si avvale della rimozione di eventuali residui chimici, instillazione di pomate antibiotiche e colliri che dilatano la pupilla. Nei casi più gravi il paziente viene ricoverato e sottoposto a terapia cortisonica e antibiotica sia locale sia sistemica per qualche settimana; in casi particolari può rendersi necessario anche un intervento chirurgico.

Trauma contusivo (non perforante)

Consegue perlopiù a contatti accidentali, sportivi o domestici, ma anche a infortuni sul lavoro, risse e incidenti stradali; sono colpiti più frequentemente i maschi con un rapporto maschi-femmine di circa 4,5:1. La gravità del danno oculare è direttamente proporzionale all’entità del colpo e viene accentuata dalla presenza di concomitanti malattie oculari o pregressi interventi chirurgici come quello della cataratta. I sintomi vanno dal semplice dolore oculare e perioculare con lacrimazione fino alla perdita temporanea o permanente della vista. I pazienti che presentano un trauma bulbare contusivo devono sempre essere inviati allo Specialista Oculista in regime di urgenza, le parti dell’occhio che più di frequente possono subire danni da contusione sono il cristallino, il corpo ciliare e la retina. Nei traumi lievi, se non vi sono alterazione visive, la guarigione avviene spontaneamente nel giro di qualche giorno, la terapia si avvale di colliri che dilatano la pupilla associati a cortisone locale e/o per via generale, è comunque buona norma sottoporsi a controlli specialistici periodici dopo un trauma oculare anche di lieve entità. In caso di contusioni importanti si può riscontrare la presenza di sangue nella parte anteriore dell’occhio, spostamento del cristallino e distacco della retina; in questi casi gravi si procede all’ospedalizzazione e, se necessario, all’intervento chirurgico.