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Home Specialità Odontoiatria

Il paradenti, un efficace sistema di protezione

Stefania De Giorgio, odontoiatra e specialista in ortognatodonziadiStefania De Giorgio, odontoiatra e specialista in ortognatodonzia
10 Gennaio 2022
in Odontoiatria
4 min di lettura
Il paradenti, un efficace sistema di protezione
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L’attività sportiva può rappresentare un rischio per la salute dei denti. Sono sempre più frequenti le lesioni e i traumi della regione oro-facciale che possono essere evitati grazie all’utilizzo di un paradenti, dispositivo di protezione per labbra, denti e gengive utilizzato dagli atleti che praticano sport

Sono in continuo aumento e non solo negli sport caratterizzati dal diretto contatto fisico come boxe, rugby, basket, calcio, judo, pallamano, pallanuoto, hockey, kickboxing, ma anche in sport individuali caratterizzati dal rischio di caduta come sci, snowboard, ciclismo, pattinaggio, equitazione dove la concentrazione dei muscoli dell’apparato stomatognatico provocata dalla tensione agonistica e il violento contatto diretto tra la mascella e la mandibola possono portare a fratture dentarie. Gli atleti che praticano sport dovrebbero usare un paradenti sia in allenamento che in gara per evitare tale eventualità; sono 60 volte più esposti a trauma dentale se non usano un paradenti. Questo è un dispositivo flessibile, confezionato con l’obiettivo di assicurare un grado di protezione elevato durante la pratica di sport a rischio, sia per i tessuti molli della bocca (labbra, guance, gengive, lingua), sia per i tessuti duri (denti e ossa della mascella), poiché impedisce ai denti delle due arcate di sbattere violentemente fra loro quando si partecipa ad attività sportive e/o ricreative. Il paradenti protegge denti, bocca, mandibole, mascelle e articolazioni dal rischio di lesioni, ammortizzando e distribuendo la forza dell’impatto su una superficie più ampia; è consigliato anche ai portatori di apparecchi ortodontici per prevenire il possibile rischio di lacerazioni di labbra e guance.  

Più sicurezza e migliore performance

Tale dispositivo aiuta l’atleta ad avere una migliore postura nel campo da gioco, diminuendo lo stress muscolare cranio-cervicale. Inoltre, migliora il rendimento dato che aiuta il sistema muscolare della testa e del collo, sotto massimo sforzo durante la competizione, a diminuire gli impulsi negativi che riceve. Bisognerebbe sensibilizzare e motivare atleti, allenatori, genitori e le stesse federazioni sportive coinvolte circa l’utilità dell’uso di tale protezione orale come prevenzione per limitare in maniera significativa il rischio di lesioni nei vari sport. Non bisogna dimenticare inoltre che le compagnie assicurative non risarciscono danni causati ai denti e alle strutture circostanti durante le pratiche sportive se nel momento dell’impatto non è stato usato un paradenti. L’uso deve sempre essere consigliato e per certi sport, come quelli da combattimento, è obbligatorio. Non esistono criteri standard in base ai quali scegliere il paradenti più adatto; è una protezione tanto importante quanto personale. In linea di massima deve adattarsi perfettamente alle arcate dentarie, non causare irritazioni, essere confortevole, restare fisso nella sua posizione e non intralciare la respirazione. Se è ingombrante, irrita o non ha una buona stabilità è probabile che l’atleta non lo porterà. Sul mercato sono disponibili numerosi paradenti che variano in termini di materiale, prezzo, utilizzo e preparazione, e, di conseguenza, in termini di livello di protezione. Per essere efficaci devono avere degli spessori variabili e precisi, secondo il tipo di sport praticato e l’intensità del colpo che si potrebbe ricevere. Esistono paradenti per gli sport senza contatto, con contatto, da combattimento e possono differenziarsi in paradenti ad arcata singola (costituiti da un singolo pezzo, che va applicato all’arcata superiore) e doppia (coprono sia l’arcata superiore che quella inferiore).

Un po’ di storia…

Il primo paradenti, in caucciù vulcanizzato, fu creato nel 1890 dal dentista londinese Woolf Krauze per proteggere le labbra dei pugili. Il modello moderno fu sviluppato negli anni ‘70 dal dentista pediatrico canadese A.W.S. Wood, per prevenire danni ai denti dei bambini praticanti rugby. La più importante e decisiva innovazione però è da attribuire all’avvento dell’EVA (etil-vinil-acetato) che, in combinazione con apparecchiature per la termoformazione, ha portato alla realizzazione dei paradenti di ultima generazione.

Consigli di pulizia e mantenimento

Il paradenti è un ricettacolo di batteri, in quanto entra in contatto con le mucose del cavo orale. Per evitarne la proliferazione è buona norma lavarlo frequentemente con il dentifricio o un sapone neutro e spazzolino, oppure lo si può immergere in acqua e pastiglie effervescenti reperibili in farmacia. È bene pulirlo dopo ogni uso e riporlo nel suo contenitore perforato che consente all’aria di circolare per poi risciacquarlo in acqua prima di usarlo. Si consiglia di non utilizzare acqua troppo calda o fonti di calore per lavarlo o asciugarlo per non rischiare di deformarlo. Il dispositivo andrebbe cambiato ogni sei mesi circa, o non appena inizia a perdere dei piccoli pezzi o comincia a rompersi; la durata varierà in base all’utilizzo che se ne fa e alla sua qualità.

Tag: dentigengiveparadenti
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