La superficie del corpo, a eccezione di labbra, pianta dei piedi e palmo delle mani, è ricoperta da oltre 5 milioni di peli, dei quali circa 150mila sono presenti solo sul cuoio capelluto: i capelli. Noto strumento di seduzione specie per le donne, che amano lasciarli crescere lunghi, tingerli o raccoglierli in elaborate acconciature, i capelli possono subire nel corso della vita diverse modificazioni, generalmente poco gradite: è il caso di chi al posto di una bella chioma folta e lucente presenta capelli sottili, senza tono, fragili e opachi. Anche la quantità può essere ridotta ed è questo a rappresentare la causa di maggiore apprensione. Si tratta della caduta dei capelli che se per i più fortunati può consistere in un fenomeno transitorio e di lieve entità, tipico delle stagioni autunnale e primaverile, per alcuni può essere talmente intensa da creare delle zone addirittura prive di capelli, nota come alopecia.
Le cause dell’alterazione della qualità dei capelli e della loro caduta possono essere esterne o interne. Alle prime appartengono l’inquinamento atmosferico, i raggi ultravioletti, i cambi di stagione, l’uso di shampoo e balsami inadeguati o troppo aggressivi, l’utilizzo scorretto e troppo ravvicinato del phon. Tra le seconde ci sono invece lo stress psicofisico, l’assunzione di alcuni farmaci, la dieta carente o squilibrata, la gravidanza, l’allattamento, la menopausa, i fattori ormonali e genetici.
In natura esistono validi rimedi in grado di frenare la caduta, di rinforzare o favorire la crescita dei capelli, migliorandone l’aspetto e le condizioni di salute.
Quando è necessario nutrire
I capelli sottili, fragili e soggetti a caduta spesso necessitano di un apporto suppletivo di nutrienti, dotati di azione trofica e protettiva:
- gli aminoacidi solforati (cistina, cisteina e metionina) che conferiscono alla cheratina, il maggiore costituente del fusto del capello, resistenza e stabilità nei confronti degli agenti esterni aggressivi come il sole, il caldo, lo smog e l’acqua calcarea del rubinetto, utilizzata per lavarli. I primi due aminoacidi sono presenti in abbondanza nel miglio, mentre le fonti maggiori di metionina sono soia, carne, latte, pesce e uova;
- il ferro, elemento indispensabile per il trasporto dell’ossigeno ai tessuti. Una carenza di questo minerale a livello dei capelli si traduce in un danno strutturale e quindi nella caduta, per conseguente riduzione della sintesi delle proteine strutturali. In questo caso bisogna accertarsi che il ferro sia comunque realmente carente, poiché in caso contrario ne è sconsigliata l’assunzione integrativa;
- lo zinco, che rappresenta un’efficace protezione contro i radicali liberi per effetto antiossidante. La sua carenza può causare rallentamento della crescita delle unghie, alopecia e modificazione del fusto dei capelli. Il lievito di birra è una delle fonti alimentari più ricche di questo minerale;
- il silicio, elemento presente soprattutto nei tessuti connettivi e nelle ossa, a livello dei capelli svolge un’efficace azione anticaduta e ne favorisce la crescita ottimale. Buone fonti alimentari di silicio sono riso, avena, miglio ed equiseto;
- la vitamina E, antiossidante fisiologico essenziale nella prevenzione della caduta dei capelli, protegge gli acidi grassi polinsaturi presenti nelle membrane cellulari e il sebo dall’ossidazione. L’olio di germe di grano ne è particolarmente ricco;
- la vitamina B5 (acido pantotenico), fattore indispensabile per la crescita dei capelli è dotata anche di proprietà antiseborroiche e secondo alcuni studi ritarderebbe il processo di ingrigimento. La vitamina B8 (biotina) ha un ruolo fondamentale nella cheratinizzazione, mentre la vitamina B12 (cianocobalamina) coopera alla sintesi della metionina. Le principali fonti naturali di queste vitamine sono il lievito di birra, i cereali integrali e il fegato.
Impacchi e frizioni contro la caduta dei capelli
Spesso la caduta dei capelli può essere aggravata da un eccesso di sebo e forfora che, ostruendo i follicoli piliferi, inibisce l’ossigenazione e la funzionalità dei bulbi, con conseguente indebolimento dei capelli. Anche in questi casi si può intervenire con validi rimedi naturali, mirati a riequilibrare le secrezioni sebacee e il cuoio capelluto.
Uno di questi è il capelvenere (Adiantum capillus veneris), una felce diffusa in tutta l’Europa meridionale e caratterizzata da fronde leggere e steli allungati. Utilizzata localmente sul cuoio capelluto, come antiforfora e sebonormalizzante, grazie alla sua spiccata azione astringente. A tale scopo si rivela utile il decotto, ottenuto lasciando bollire per almeno un quarto d’ora un cucchiaio di fronde secche di capelvenere in una tazza d’acqua. Con il liquido ottenuto dopo filtrazione si consiglia di fare un paio di applicazioni alla settimana, possibilmente accompagnate da un leggero massaggio.
Alla forfora e al sebo, favoriti dall’ambiente umido, spesso si possono accompagnare anche infezioni batteriche e fungine, responsabili di un ulteriore indebolimento dei capelli. In questi casi può essere utile la calendula (Calendula officinalis), una piccola pianta erbacea dalle belle sommità fiorite, oppure l’olio di tea tree, rimedio dalle spiccate proprietà antisettiche e normalizzanti, ottenuto dalla distillazione delle foglie della melaleuca, originaria dell’Australia. Un paio di gocce di quest’olio aggiunto allo shampoo aiuta a liberare i follicoli piliferi ostruiti dal sebo, contrasta la forfora e allo stesso tempo dona morbidezza ai capelli.
Qualora, oltre alla forfora e al sebo, siano presenti anche irritazione e prurito, si consiglia di lavare i capelli con uno shampoo alla calendula almeno una volta alla settimana. In alternativa si può frizionare il cuoio capelluto, un paio di volte a settimana, con una lozione ottenuta sciogliendo un cucchiaino di tintura madre di calendula in un bicchiere di acqua fredda.
Un aiuto dalla natura
Anche alcune piante come l’ortica, l’equiseto e l’afa-alfa contengono, in varia misura e combinazione, tutti i nutrienti necessari per una buona salute dei capelli, rappresentando in tal modo validi rimedi contro la caduta causata da carenze alimentari.
- L’ortica (Urtica dioica), sebbene nota soprattutto per le proprietà urticanti dei suoi peli, trova ampio impiego come rimineralizzante. Per via orale esistono diversi preparati a base di ortica di cui in quest’ambito si utilizza la parte aerea e non la radice, utilizzata invece per altri scopi. La durata del trattamento dipende dal grado di intensità di caduta dei capelli ed è generalmente di un paio di mesi consecutivi. Per uso locale si possono usare le lozioni a base di ortica presenti in commercio che si dimostrano particolarmente efficaci nel tonificare e combattere l’eccesso di grasso e di forfora. Tali azioni sono riconducibili alla presenza di zolfo, che regola la seborrea, e dei tannini, che riducono il diametro dei pori. La soluzione si può utilizzare per sciacquare i capelli dopo lo shampoo, esercitando un leggero massaggio del cuoio capelluto con le dita, per favorire la penetrazione dei principi attivi, per migliorare la circolazione sanguigna locale e per stimolare l’attività del bulbo pilifero.
- L’equiseto (Equisetum arvense) si merita una collocazione speciale tra i vari rimedi naturali rimineralizzanti, per la straordinaria ricchezza di minerali e di silicio vegetale, facilmente assorbibile dall’organismo. Per chiome da sfoggiare in tutto il loro splendore non può infine mancare l’afa-alfa (Medicago sativa), pianta soprannominata dagli arabi “padre di tutti i cibi”, per la sua ricchezza di principi alimentari utili per l’organismo e per rinforzare unghie e capelli. Di questa pianta si utilizzano le foglie, un concentrato di proteine, sali minerali, vitamine, fitosteroli, aminoacidi e clorofilla. La ricchezza di ferro ne giustifica l’impiego in presenza di anemia da carenza di questo minerale che può evidenziarsi con un incremento nella caduta dei capelli, specie nelle donne.