Negli ultimi anni c’è stato un crescente interesse nei confronti dei probiotici (dal greco pro-bios, ovvero “a favore della vita”) e attenzione alle loro proprietà, in particolare in correlazione con il sistema immunitario. Si tratta di microrganismi vivi e attivi che vengono introdotti al fine di modificare la flora gastrointestinale per ottenere benefici per la salute
I probiotici (microorganismi, soprattutto batteri, viventi e attivi) rappresentano una risorsa preziosa per le difese immunitarie. È nota da tempo l’esistenza di una relazione tra l’efficacia di risposta del sistema immunitario e lo stato di salute del microbiota, cioè l’insieme di microrganismi presenti nell’intestino. Poiché l’intestino è coinvolto in gran parte delle azioni del sistema immunitario, fortificarlo comporta una migliore difesa del corpo verso i patogeni. In particolare, il tratto gastrointestinale è uno degli ecosistemi microbiologicamente più attivi che svolge un ruolo cruciale nel funzionamento del sistema immunitario delle mucose (MIS).
In questo ecosistema, i probiotici stimolano il sistema immunitario e inducono una rete di segnali mediati dai batteri interi o dalla struttura della loro parete cellulare (Maldonado Galdeano C et al. Ann Nutr Metab. 2019;74(2):115-124). Il loro ruolo è particolarmente significativo nell’aiutare a mantenere l’equilibrio della flora batterica, soprattutto nel caso di alterazioni gastrointestinali, come quelle dovute, ad esempio, a malattia, terapia antibiotica, dieta scorretta o crescita eccessiva di batteri dannosi.
Un meccanismo complesso
I batteri probiotici, le loro pareti cellulari o il latte fermentato probiotico hanno effetti significativi sulla funzionalità del sistema immunitario mucosale e sistemico attraverso l’attivazione di molteplici meccanismi immunitari. Una volta somministrati, i batteri probiotici orali interagiscono con le cellule epiteliali intestinali o le cellule immunitarie associate alla lamina propria e inducono la produzione di diverse citochine o chemochine, cellule con la capacità di comunicare e indurre specifiche reazioni. Il tutto porta all’attivazione del sistema immunitario delle mucose intestinali, con aumento delle immunoglobuline e l’aumento delle cellule T.
In particolare, i probiotici attivano le cellule T regolatrici che rilasciano IL-10. È interessante notare che i probiotici rafforzano la barriera intestinale attraverso molteplici meccanismi. I probiotici, inoltre, sono coinvolti nella modulazione del microbiota intestinale, mantenendo l’equilibrio e sopprimendo la crescita di potenziali batteri patogeni nell’intestino. Per ottenere effetti benefici, la vitalità dei probiotici è cruciale per favorire la risposta immunitaria innata. I probiotici determinano anche un aumento dell’attività microbicida dei macrofagi peritoneali e della milza, proteggendo così ulteriormente il corpo dai patogeni.
In modelli di malnutrizione, come la denutrizione e l’obesità, il probiotico è stato in grado di aumentare la risposta immunitaria intestinale e sistemica. Inoltre, i probiotici contribuiscono a recuperare l’istologia sia dell’intestino che del timo danneggiati in queste condizioni. I batteri probiotici stanno emergendo anche come una strategia sicura e naturale per la prevenzione e il trattamento delle allergie: pare che siano implicati in meccanismi che favoriscono la produzione di IgG invece di IgE (Maldonado Galdeano C et al. Ann Nutr Metab. 2019;74(2):115-124).
Una popolazione numerosa
Quando si parla di probiotici, si indicano in realtà centinaia di microrganismi diversi tra loro, deputati a svolgere funzioni differenti nell’ecosistema intestinale. I probiotici devono vedere riconosciute negli studi scientifici la propria stabilità e la capacità di aderire alle pareti intestinali, resistendo ai succhi gastrici. Qualora vi fosse necessità di riequilibrare o potenziare la flora batterica, è possibile far ricorso a integratori di probiotici, tenendo però a mente che la scelta dei microrganismi giusti per ciascun problema deve essere fatta dallo specialista.
I requisiti
Un batterio, per essere definito probiotico, possedere un certo numero di caratteristiche e proprietà specifiche:
- dev’essere normalmente presente nel nostro intestino;
- deve resistere all’azione digestiva di succo gastrico, enzimi intestinali e sali biliari;
- non deve dare reazioni immunitarie o altrimenti nocive;
- dev’essere in grado di aderire alle cellule intestinali e colonizzarle;
- deve avere un effetto benefico per la salute umana, grazie all’antagonismo nei confronti di microrganismi patogeni e alla produzione di sostanze antimicrobiche.
Le principali fonti
I probiotici possono essere ottenuti da fonti naturali. Le più note sono yogurt e kefir, che possono anche essere preparati in casa evitando così zuccheri e conservanti impiegati dall’industria alimentare. Altre fonti naturali sono: miso, kimchee, crauti e sottaceti. Per proliferare, i probiotici necessitano di un nutrimento idoneo: i prebiotici. Si tratta di fibre alimentari non digeribili (FOS), che si trovano in alcuni alimenti come porro, aglio, cipolla, fagioli, banane e farina di frumento.
Quali sono i dosaggi
In caso di necessità è consigliabile ricorrere a integratori e alimenti contenenti elevate dosi di probiotici (non inferiori ai 10 miliardi), questo perché il passaggio attraverso lo stomaco, e quindi gli acidi gastrici, ne riduce sensibilmente il numero. Per sostenere la loro crescita, inoltre, può essere utile la contemporanea assunzione di prebiotici, ovvero fibre (come l’inulina). È utile, a questo scopo, abbinarli a un’alimentazione che ricca di verdure.
I probiotici sono indicati per tutti?
I probiotici hanno un buon livello di sicurezza nelle persone sane. Gli effetti collaterali, se si verificano, consistono di solito in lievi sintomi digestivi, come meteorismo. Tuttavia, vanno somministrati con cautela in caso di pazienti con sistema immunitario soppresso, poiché il loro utilizzo in questi soggetti ha occasionalmente comportato complicazioni.